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1573 la Battaglia di CAGAYAN

STORIA > GIAPPONE
"ITALICI" CONTRO SAMURAI: LA BATTAGLIA DI CAGAYAN
di Davide Ferro

Il Samurai, fiero guerriero dell'antico impero giapponese, negli ultimi decenni, è stato rappresentato come un combattente impossibile da sconfiggere, una sorta di supereroe da fumetti, talvolta con vere e proprie descrizioni fantasiose. Questa narrazione è nata dopo la seconda guerra mondiale con l'invasione americana che osservava la perseveranza del concetto di onore e coraggio dei militari giapponesi e il loro rispetto verso la tradizione guerriera, ma anche dal fatto che la classe dei Samurai, per dinamiche storiche e geografiche, non ha mai combattuto contro avversari temibili di un certo rilievo come gli Europei, i Turchi o gli Arabi del periodo, e non si è mai scontrata in vere guerre con altre civiltà, mostrando il reale valore sul campo di battaglia.
Episodi storici minori, talvolta sconosciuti, raccontano una realtà ben diversa da quella presentata o promossa specialmente dai media contemporanei.
Intorno al 1573, si sviluppò un ampio commercio tra il Giappone e l’isola filippina di Luzon, in particolare nelle province di Cagayan, Manila e Pangasinan.
Verso il 1580, il governatore spagnolo delle isole Filippine, Don Gonzalo de Ronquillo, ebbe notizia che un contingente di samurai ronin giapponesi, mandati dal Giappone ufficialmente come pirati perchè aveva firmato contratti commerciali con il Portogallo, aveva occupato i porti della provincia di Luzon, per chiedere tributi ai locali, di protezione amministrativa spagnola.
Il governatore spagnolo, saputo ciò, inviò a Luzo una formazione dell'armata  Spagnola, con a capo Juan Pablo Carrion, reduce di battaglie epiche contro i musulmani nel mediterraneo, al comando di una flotta composta da sette imbarcazioni e varie decine di fanti della marina. L'obiettivo era quello di cacciare i guerrieri giapponesi.
Carrión da militare esperto, decise di sfruttare a suo vantaggio la superiorità delle navi occidentali, affondando a cannonate un paio di imbarcazioni giapponesi e assaltando le navi con i guerrieri giapponesi che si diedero alla fuga.
I daimyo, i signori feudali giapponesi in Giappone, non presero bene questo affronto e studiarono per ben due anni la vendetta, questa volta riunendo ben 1000 samurai, e sottovalutando l’avversario, radunarono una flotta di 12 navi, che salpò verso le Filippine, assetati di vendetta.
Carrión capendo con astuzia che l'ostilità richiedeva un vero e proprio scontro, e sapendo bene della superiorità e delle esperienze di guerre e battaglie dei propri militari, raccolse solo 40 soldati del temuto Tercio Viejo de Sicilia in cinque piccole scialuppe e una nave leggera, la San Giuseppe, e assaltò nella battaglia di Cagayan, nel 1582, dodici navi giapponesi armate con circa 1000 samurai, ordinando l’arrembaggio.
Il Tercio Viejo de Sicilia è uno dei Tercios che furono creati da Carlo V d'Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, re di Spagna e re di Sicilia, ed era di stanza principalmente in Sicilia, ma anche in Calabria e Campania.
ll 23 ottobre 1534, il re Carlo V emanò un decreto indirizzato al viceré di Napoli, ordinando che le forze di fanteria spagnola, all’epoca residenti in Sicilia, costituissero un Tercio di eccellenti professionisti che arruolasse soldati provenienti dalle fanterie di Sicilia, Calabria, Puglia, Campania per combattere i Musulmani e controllare le continue problematiche con i francesi ed inglesi. La Terza di Sicilia era composta da 12 Compagnie (da 150 a 200 uomini ciascuna), divise per il loro armamento.
Una piccola parte del Tercio Viejo de Sicilia fu mandata ad appoggiare le nuove rotte commerciali nel sud est asiatico, in particolare le Filippine, centro della via delle spezie.
I giapponesi si trovarono ad affrontare il Tercio spagnolo formato per la maggiorparte da "italiani" del sud Italia.
Le katane giapponesi ebbero enormi difficoltà contro le leghe avanzate dell'acciaio toledano delle spade spagnole che avevano già mostrato la loro eccellenza contro i musulmani dell'Impero ottomano; le artiglierie portoghesi scadenti in mano ai giapponesi, non avevano successo contro quelle evolute spagnole; i giapponesi contro le tecniche avanzate di guerriglia europee del XVI secolo, non avevano nessuna possibilità di vittoria.
Il Tercio era una formazione estremamente efficiente e tatticamente superiore alle altre organizzazioni militari europee dell'epoca; avendo la più avanzata artiglieria del tempo, per quasi tre secoli affermò e mantenne la netta superiorità della fanteria spagnola su molti campi di battaglia in Europa, in America e in Africa.
I Giapponesi capendo che si trovavano contro un nuovo genere di combattenti, cercarono di negoziare un accordo, chiedendo, con arroganza un contributo in oro, come rimborso delle spese sostenute nelle perdite e in cambio del loro ritiro. Come risposta, ebbero però un solenne diniego e la contro-vendetta degli Spagnoli che anche se in numero molto inferiore, non potevano permettere a nessuno di scalfire la loro immagine di superiorità militare e di mercanti colonizzatori.
Dopo diversi combattimenti, sulle navi e a terra, gli spagnoli ottennero la vittoria, trucidando la maggioparte dei Samurai, e cacciando dalle Filippine il resto dei giapponesi, che dopo quelle battaglia organizzarono la chiusura del Giappone agli occidentali, mentre la Spagna mantenne le Filippine fino al secolo scorso. Dopo la vittoria di Cagayán, il Re Filippo II si avvicinò alla Cina, capendo la sua importanza commerciale e facendo diventare la Spagna la regina dei mari e dei commerci.
Gonzalo Ronquillo scrisse in un suo rapporto al Re di Spagna Filippo II :"i giapponesi sono il popolo più bellicoso e attaccabrighe che si possa trovare in questa parte del mondo, armati con artiglierie, picche e moschetti e protetti da armature di ogni tipo; tutta colpa dei portoghesi e della loro fame di profitto, che porterà loro e i giapponesi all’Inferno".
Queste battaglie rappresentano le uniche evidenze storiche di uno scontro armato tra europei e samurai. Di questo episodio, la storia tradizionale giapponese racconta che i samurai furono sconfitti da demoni metà pesci metà lucertole, arrivati attraverso grandi strane navi nere, le famose "navi nere" cristiane che in quel periodo intimorivano i mari globali.

Testi di approfondimento:
-Cambridge History Of Japan;
-John Armstrong, Spain: The Root and the Flower;
-Sola Emilio, Historia de un desencuentro: España y Japón, 1580-1614.;
-Antony, Robert J.: Elusive Pirates, Pervasive Smugglers: Violence and Clandestine Trade in the Greater China Seas.
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