Truffe anziani

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Truffe anziani

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Pubblicato in truffe · Giovedì 14 Dic 2023
Truffe agli anziani
questo vademecum è pubblicato al seguente indirizzo:
Tristi queste storie di raggiri fatte ai danni di persone anziane  che si fidano, con infantile ingenuità. E' criminale ingannarli, come è  criminale approfittare del candore dei più deboli, dei più sprovveduti.  Ma assistiamo a un incarognimento delle nostre più belle e amate città.  Quasi che l'altruismo, il rispetto, la solidarietà fossero brutti  sentimenti da nascondere. Ma da dove viene questa crudeltà, soprattutto  giovanile, da dove viene questa tendenza a prendersela coi più fragili,  senza riflettere che anche loro hanno in casa degli anziani che si  perdono facilmente, e che loro stessi diventeranno vecchi, lenti ed  esposti?
La risposta probabile è che viviamo in una cultura del  mercato, per cui la merce è al centro dell'universo e chi possiede merci  preziose è considerato bravo, gli altri sono dei sottouomini. E  purtroppo l'esaltazione della merce, che diventa più importante di  qualsiasi cosa, corre veloce sui nostri schermi, si infila perfino nella  lettura dei fumetti indirizzati ai bambini. Insomma, si impara presto  che se porti addosso roba firmata, se possiedi una moto di lusso, se ti  circondi di cose costose, sei vincente e protagonista della storia  collettiva di un paese, di una città, di un quartiere. Se non possiedi  beni invidiabili, non sei nessuno.
Spesso, oltretutto, non sono i  più poveri ad arraffare e truffare i più disagiati, ma coloro che per  sentirsi vivi hanno bisogno di possedere e dominare. Anche le donne a  volte diventano parte di questo possesso da mostrare in pubblico. Un  valore da esibire, come l'automobile di ultimo grido. Cosa fare per  uscire da questa stupida cultura del mercato in cui le persone stesse  finiscono per diventare merce in vendita? Qualcuno propone una  rifondazione etica. E a me pare una proposta saggia anche se  controcorrente. Ricominciare a pensare all'altro come un valore,  rivalutare la cortesia, il sorriso, la stretta di mano, l'amicizia  gratuita, la gioia di stare insieme senza pensare di ricavare qualcosa.  Non porterebbe bene a tutti?
Dacia Maraini
 C'è una sofferenza in gran parte sconosciuta perché si rivela nella  forma più subdola dell'inganno criminoso (non di rado persino violento)  contro le vittime più solitarie e più deboli, come i pensionati sorpresi  nei giorni in cui riscuotono la loro modica, ma vitale risorsa;  sopraffatti da un'arte infame che, nel grande silenzio della società,  accresce il danno di dover pagare persino la più umiliante innocenza,  cioè le privazioni taciute, colme di pudore. Sta crescendo - grazie a  una sempre più sistematica vigilanza dovuta ad esemplari iniziative -  l'impegno cui l'Arma dedica una più organica ed efficace osservanza di  un codice, non solo umano e ordinario, per contrastare l'incremento di  una cedevolezza di valori e di principi che riduce via via gli spazi e i  rigori della norma, fondamento e garanzia dell'equità; e gli  indebolimenti etici e morali diventano rassegnazioni collettive, anziché  porre mano al dover anche noi "fare nuove tutte le cose", come si legge  nel Salmo, perché la creazione non è mai finita se oggi si parla  addirittura di voler scoprire i millenari segreti dell'inconosciuto.  Consoliamoci, intanto: salvare la dignità dei più colpiti anche  nell'ultimo giorno del mese non è un piccolo passo, se ci aiuta a  coltivare l'idea civile e interiore secondo cui ilpoco, a volte,vale e  persino supera il di più. E dunque occorre screditare l'infausta  speranza di chi crede che nessuno va tanto lontano come chi non sa dove  sta andando. Perché la comunità è madre, ogni giorno, di tutta se  stessa.
Sergio Zavoli
 
TRUFFA PER TRUFFA
 Dalla tecnica della "cauzione"a quella della "perdita di gas' sono  innumerevoli le strategie adottate dai malviventi per carpire la fiducia  delle loro vittime
Fanno leva sui sentimenti più profondi e  viscerali, i truffatori del nostro tempo, come l'amore di una madre per i  propri figli, ma anche sulla fragilità fisica e non solo di chi, come  gli anziani, si sente ormai relegato ai margini di una società che non  riesce più a capire, incapace di tenere il passo con un mondo che corre  troppo veloce per gambe che hanno già raggiunto il punteggio più alto  nel contapassi della vita. Uomini e donne a cui, a volte, può bastare un  sorriso, un'attenzione rivolta senza chiedere nulla in cambio, per  sentirsi disposti a concedere la propria fiducia a chi se ne finge  degno. Inevitabile che vi sia chi, di tutto questo, tenti di  approfittare, escogitando le strategie più varie per scalfire la  naturale diffidenza delle proprie vittime. Subdole e fantasiose, le  tecniche adottate dai truffatori hanno schemi ricorrenti: conoscerli è  il primo passo per difendersene.
L'INCIDENTE.
 Le giornate per la signora Rosa, scorrono tutte uguali. La sveglia alle  6,30, la passeggiata con il fox terrier Filippo, meteo e reumatismi  permettendo, il pane e il latte fresco comprati al forno dietro l'angolo  e poi a casa, tra un minestrone da far bollire e una lavatrice da  caricare. Unica consolazione, in tanta solitudine, il pensiero dei suoi  tre figli. Marco, che fa il rappresentante e lavora 24 ore al giorno;  Marta,che di mattina insegna educazione fisica in una scuola e il  pomeriggio allena i bimbi del suo quartiere a correre veloci come il  vento; Irene,che a tutti i costi ha voluto indossare il camice di suo  padre buonanima, e adesso si sfianca giorno e notte tra le corsie di un  pronto soccorso. Tutti troppo impegnati, per passare del tempo con la  loro anziana mamma. Ma a Rosa non importa: per lei è sufficiente sapere  che i suoi ragazzi stanno bene. Ecco perché, quando una mattina riceve  la telefonata di un Maresciallo dei Carabinieri, le sembra che la terra  prenda improvvisamente a franare sotto i suoi piedi. La voce del  militare è gentile ma ferma, mentre spiega a Rosa che suo figlio è  rimasto coinvolto in un incidente.Nulla di grave, per carità, ma  qualcosa è andato storto con l'assicurazione,e il ragazzo potrebbe  trovarsi nei guai con la giustizia. Guai seri. Per Rosa sono attimi di  puro panico. Ripensa all'ultima volta che ha sentito Marco, a come le  era sembrato stanco, forse preoccupato. Magari non ce l'ha fatta, negli  ultimi tempi, a far quadrare i conti, e alla rata dell'assicurazione ha  dovuto rinunciare per pagare debiti e bollette... Il MaresciaIlo, da  parte sua, la rassicura: una soluzione c'è. Basterà pagare una "piccola  cauzione"; e il suo ragazzo sarà libero: altrimenti non resterà che  trattenerlo in "camera di sicurezza". Il linguaggio è da cinema  americano, ma Rosa non lo può sapere. Lei sa solo che suo figlio ha  bisogno di aiuto. I tremila euro richiesti per la "cauzione" non sono  uno scherzo, ma non importa: una piccola riserva di denaro Rosa la tiene  sempre in casa; per il resto è pronta a precipitarsi alla Posta: un  "avvocato", le assicurano, verrà a ritirare personalmente il denaro. Non  è passata un'ora dalla telefonata del Maresciallo che Rosa è già uscita  dall'ufficio postale, nella borsa i mille euro che ha potuto ritirare  grazie all'intervento del Direttore della filiale, che la conosce da  sempre. E sarà proprio lui, dopo aver congedato la cliente, a farsi  delle domande. Cosa avrà spinto una donna a dir poco oculata, che vive  della sua modesta pensione, a fare un prelievo così consistente? E  perché gli è sembrata tanto agitata?
Del fenomeno delle truffe ai  danni degli anziani è ben informato, anche grazie a una capillare  campagna di informazione, e nel dubbio è ai Carabinieri che il Direttore  si rivolge. Il Comandante di Stazione non minimizza. In un attimo è a  casa di Rosa,che quando lo vede lo assale: come sta suo figlio, e quando  arriverà l'avvocato a ritirare i soldi della cauzione? Il Maresciallo  ci metterà del tempo a calmarla e a spiegarle il raggiro in cui è  incappata,ma per Rosa il mondo smetterà di essere una barca alla deriva  solo quando il militare riuscirà a rintracciare suo figlio,  dimostrandole che nulla di male gli è accaduto. Non resterà a quel punto  che aspettare la visita del sedicente "avvocato" e tendere la trappola.  A rispondere al citofono, all'ora convenuta, sarà la signora Rosa, ma a  ricevere il finto legale ci penseranno i Carabinieri...
L'AMICO DI FAMIGLIA.
 Giuseppe non ha voglia, oggi, di rimanere a casa. È vero, l'operazione  alla cistifellea subita qualche settimana fa non ha ancora smesso di  farsi ricordare con delle fitte improvvise, ma l'aria è dolce in questa  mattina di metà autunno, e la tessera dell'autobus appena rinnovata è un  invitante lasciapassare per il mondo. Per uscire basta una scusa: la  spesa al mercatino biologico per comprare quel pane scuro che tanto  piace a sua moglie, le medicine per la pressione da ritirare in  farmacia. Per queste semplici commissioni gli basteranno un paio d'ore,  poi di nuovo all'ovile, ad aspettare il rito del pranzo e del  telegiornale. È proprio mentre sta per imboccare la via di casa, però,  che si sente chiamare: «Signor Giuseppe, che piacere vederla, si ricorda  di me?». Il pensionato non ha il coraggio di ammettere che no, non se  lo ricorda affatto, quell'uomo che avrà più o meno l'età della sua  figlia più grande. Ma quando quello gli dice di essere appunto un  vecchio compagno di scuola della ragazza, rievocando i pomeriggi passati  a studiare insieme, non ha difficoltà a crederci. Era brava a scuola,  Silvia, anzi bravissima: normale che avesse sempre intorno tanti amici  che desideravano fare i compiti con lei. E poi quel ragazzo che gli  offre sorridente un caffè ha un'aria davvero per bene. E sincero sembra  essere il suo imbarazzo quando Giuseppe gli chiede cosa faccia nella  vita, costringendolo ad ammettere che le cose, a dire il vero, non gli  vanno tanto bene. Il lavoro da assicuratore lo ha perso, e tirare avanti  non è facile, con un mutuo da pagare e un figlio diversamente abile da  tirare su. Si arrangia come può, anche vendendo capi d'abbigliamento  porta a porta. Se anzi Giuseppe volesse dare un'occhiata alla merce che  ha nel portabagagli... Non passa mezz'ora che la vittima si  ritrova,senza sapere come, con in mano due dozzinali giacconi da uomo,  250 euro in meno sul conto in banca e nella mente una certezza:  quell'uomo sua figlia non l'ha mai conosciuta, e lui non si capacita  della facilità con cui si è fatto prendere in giro. Non faranno nessuna  fatica a crederci, invece, i Carabinieri cui si rivolge subito dopo: di  denunce simili, negli ultimi tempi, ne hanno ricevute in gran numero. Ma  sarà grazie alla memoria fotografica di Giuseppe, che gli ha permesso  di ricordare almeno in parte la targa dell'auto incriminata, che  riusciranno a incastrare il responsabile di tanti raggiri. Lo troveranno  in una Sala bingo, nella speranza di far fruttare, tentando la fortuna,  il provento del suo ultimo colpo.
LA FUGA DI GAS.
 A mezzogiorno in punto Marisa ha già sbrigato le faccende che aveva  previsto per la giornata: i mobili del salotto sono spolverati, i letto  in cui dorme da sola dopo la morte del povero Attilio è fresco come le  lenzuola lavate con l'ammorbidente, l'aspirapolvere l'ha passata in ogni  angolo, a far brillare un parquet che era già così lucido da potercisi  specchiare. E ora, mentre sul fuoco bolle il ragù che ha deciso di  regalarsi per pranzo, può concedersi una mezz'ora di relax sulla sua  poltrona preferita, una rivista in grembo e il telecomando a portata di  mano. A buttare all'aria i suoi piani, però, arriva il suono del  campanello: dallo spioncino Marisa vede due uomini con una casacca  arancione, l'aria professionale e impaziente di chi non è lì per perder  tempo. La donna apre senza esitare: nel condominio ci sono lavori in  corso, e quei due ragazzi potrebbero aver bisogno di qualcosa. Sono due  tecnici inviati dalla società del gas, le spiegano invece quelli,  cortesi e affabili. È stata segnalata una fuga dal suo appartamento,  continuano, e il loro compito è riparare il guasto. Marisa non stenta a  crederci, accorgendosi che un odore pungente di gas è effettivamente  percepibile. Non può sapere, la malcapitata, che sono stati propri i due  sedicenti tecnici a vaporizzare, prima di suonare il citofono, il  contenuto di una bomboletta per la ricarica degli accendini. Uno  stratagemma quasi infallibile - i professionisti della truffa lo sanno  bene - per carpire la fiducia delle loro vittime. Perché l'odore di gas  fa paura, e la paura abbassa le difese; fino a farti mettere da parte  ogni prudenza, permettendo a quei due uomini in arancio di perlustrare  ogni angolo della tua casa, dando loro modo di mettere le mani anche in  quei cassetti, scrigni e barattoli in cui gelosamente conservi quelle  piccole cose di valore non quantificabile che raccontano tutta la tua  vita. Nella trappola della paura cade anche Marisa, prima di rimanere  sola e rendersi conto che, con la loro cassetta degli attrezzi, quei due  bravi ragazzi si sono portati via anche tutto quel che, in casa, avesse  un valore, dai gioielli di famiglia ai piccoli ninnoli d'argento. Ci  vorrà un Carabiniere, che di storie simili ne ha già sentite tante, per  spiegare a Marisa quello che è realmente accaduto. E per convincerla che  in quella trappola sarebbe potuto cadere chiunque.
 
UN INSPERATO RIMBORSO.
 Per Concetta, detta Tina, il rito del tè delle cinque, in compagnia  della vicina di casa Valeria, è un appuntamento irrinunciabile: una  buona tazza accompagnata dai suoi amati biscotti al burro e qualche  innocente chiacchiera sugli ultimi inquilini arrivati, sulla spesa che  diventa sempre più cara, sui figli ormai grandi che si fanno vivi solo  per Natale e compleanni. Un bel giorno, però, una scena inattesa viene a  spezzare la monotonia di quel rassicurante copione. Il  suono del  campanello annuncia l'arrivo di una signora distinta, che si presenta  come addetta al controllo delle dichiarazioni dei redditi. Pare che  nell'ultimo 730 ci sia stato un errore, le spiega, e per Tina  questo  potrebbe significare un rimborso consistente. Per verificarlo, però, la  sedicente impiegata, che nel  frattempo ha invitato Tina a congedare la  sua amica («Sono faccende riservate», insiste) ha bisogno di controllare  non solo le ricevute dei versamenti effettuati dalla contribuente, ma  anche di visionare eventuali oggetti preziosi che le appartengono, così  da poterli valutare e "portare in detrazione". Tina non sospetta nulla,  concentrata com'è sull'insperata occasione; è così ansiosa di  collaborare che quando l'impiegata, dopo aver soppesato un bracciale e  un paio di orecchini d'oro, le chiede se non abbia qualche altro monile,  le viene spontaneo telefonare alla figlia per consultarsi su cosa sia  il caso di mostrare alla brava funzionaria. Per la sconosciuta è il  momento di tagliare la corda: Tina non ha nemmeno il tempo di rendersi  conto di quel che sta accadendo che la "signora dei redditi" è già con  un piede fuori dalla porta, blaterando qualcosa su una telefonata  urgente da fare e sul telefonino che non prende. Con la donna e la sua  scia di profumo si volatilizzano anche i gioielli di Tina. Per lei, alla  ferita di essere stata ingannata, si aggiungerà il disagio di  raccontare tutto a sua figlia, all'amica, ai Carabinieri. Saranno questi  ultimi a rassicurarla: Tina non è la sola ad essere stata truffata con  simili modalità. E il problema non è lei o la sua ingenuità, ma la  malafede di chi non ha esitato a rubarle, oltre all'oro, la dignità.
IL CONTO CHE NON TORNA.
 Umberto ha appena fatto un consistente prelievo di denaro dal suo conto  Bancoposta. Una vecchia abitudine, quella di ritirare per intero o  quasi la pensione, a fine mese, per poi tenerla sempre lì, in quel  cassetto che fa da salvadanaio per lui e per la moglie Bianca. Nessuna  preoccupazione lo sfiora, mentre percorre la strada verso casa col suo  "gruzzolo" di un migliaio di euro nel borsello. Non è nato ieri,  Umberto, e certo non è uno che si faccia derubare dal primo ladruncolo  che capita. A questo pensa mentre, a pochi passi dall'ufficio postale,  gli si avvicina un ragazzo, esibendo un tesserino di Poste Italiane. C'è  stato un errore nel conteggio delle banconote appena prelevate, gli  spiega; è indispensabile fare una verifica. Umberto, però, esita.  Qualcosa, infatti, lo ha messo in allarme nell'atteggiamento di quel  giovane che pure sembrerebbe tutto fuorché un predatore di pensioni  altrui. Nella mente del pensionato è affiorato un ricordo: non è passato  molto tempo da quando la moglie, una domenica, lo ha costretto a  seguirla in parrocchia. Il suo amato Don Giulio, preoccupato per alcuni  casi di truffe che avevano visto coinvolti alcuni anziani della sua  comunità, aveva invitato il Comandante della vicina Stazione per parlare  ai parrocchiani e metterli in guardia da un fenomeno ormai
 impossibile da ignorare. E tra i casi che il militare aveva citato, ce  n'era uno simile al suo, finito con il pensionato che, una volta a casa,  si era ritrovato a contare banconote false. Per Umberto, a quel punto,  non ci sono dubbi sul da farsi: fingendo di aprire il borsello per  prendere le banconote, estrae invece il telefonino e, con una fermezza  che stupisce prima di tutti se stesso, si rivolge al sedicente  impiegato: «Mi dispiace, ma questa volta ti è andata male. Se non giri  alla larga, chiamo i Carabinieri». Il giovane non se lo fa ripetere due  volte. Il tempo di un Padre Nostro e si è dileguato. A Umberto non  rimarrà che correre alla Stazione dell'Arma per raccontare tutto e  fornire ai militari ogni informazione utile a rintracciare il truffatore  mancato.
 
C'E' POSTA PER LEI.
Giovanna ha  due figlie ultraquarantenni e un genero, Andrea, che considera come il  maschio che non ha mai avuto.Ha la passione per i computer, Andrea,e non  è infrequente che faccia acquisti on line facendosi poi recapitare il  pacco all'indirizzo della suocera, l'unica a trascorrere in casa la gran  parte della sua giornata. Per questo non si sorprende più di tanto quel  giorno in cui, mentre sta per rientrare dopo essere andata alla posta a  prelevare la pensione, un uomo le si avvicina dicendole che ha una  consegna urgente per "suo figlio". A quell'errore non fa caso, in tanti  lo commettono, vedendo l'affetto che la lega al genero. Solo un dubbio  la sfiora: normalmente Andrea la avverte quando è inattesa di una  consegna, pregandola di non uscire prima di averla ricevuta. Ma chissà,  magari questa volta non ne ha avuto il tempo, o semplicemente gli è  passato di mente. Così Giovanna non ci pensa due volte a farsi
 lasciare quel plico che per di più deve essere anche pagato: 500 euro la  "modica" tariffa, cui si aggiungono i 25 della consegna. Per fortuna ho  appena preso la pensione, si dice Giovanna, prima di lasciare andare  via il corriere e di accorgersi dell'insolita leggerezza di quello  scatolone che pure, a giudicare dal prezzo, deve contenere qualcosa di  prezioso.
Una telefonata alla figlia e quindi una al genero  chiariranno il mistero: quella consegna non s'aveva da fare. E le  certezze di Giovanna che si reputava una donna anziana sì, ma ancora in  gamba, e certo poco incline ad essere raggirata, si sgretolano come i  trucioli con cui è infarcito il "pacco" che le hanno rifilato. La rabbia  che prova si placherà solo quando saprà che, dopo la denuncia da lei  sporta ai Carabinieri e grazie alla descrizione che ha saputo fare del  "corriere" e del suo aspetto, il truffatore è stato arrestato. Prima che  derubasse un altro anziano del bene più prezioso: l'autostima.
 
COME DIFENDERSI
I CONSIGLI DELL'ARMA PER TUTELARSI DA TRUFFE E RAGGIRI
 Che al centro di truffe di ogni genere siano soprattutto le persone "di  una certa età" non deve stupire: spesso sole in casa, ben disposte  anche verso chi non conoscono, attratte da false novità abilmente  prospettate, si lasciano coinvolgere da proposte ed iniziative che  definire rischiose non è esagerato, come ben sa chi di creativi e  fantasiosi sfruttatori è stato  vittima. E questo nonostante i ripetuti  segnali d'allarme lanciati dalle Forze dell'Ordine,spesso opportunamente  appoggiate dalle denunce della cronaca giornalistica. In realtà  basterebbe osservare sotto una luce diversa, e soprattutto con più  attenzione, alcuni comportamenti all'apparenza "normali" e "ragionevoli"  anche se magari un po' insoliti, per rendersi conto di come in effetti  siano tutt'altro che credibili. È proprio questo che vogliamo fare qui  insieme a voi. Proponendovi alcune regole semplici ed essenziali per  affrontare con maggior sicurezza e serenità le vostre giornate.
 
1. ATTENZIONE A...
 Prima di tutto, allora, tenete presente che occasioni, iniziative,  offerte, all'apparenza assai vantaggiose, se veramente tali vengono   presentate con chiarezza e si è sempre in grado di controllarle: non  sarà un incontro occasionale a proporvele. È facile invece che si tratti  di una truffa. Il cui ideatore, una volta giunto a buon fine, si   dissolverà nel nulla. Le truffe possono essere perpetrate di persona, al  telefono o anche per posta, non esclusa quella che viaggia su Internet.  Si può essere fermati per strada, si può ricevere una visita a casa, si  può venire contattati con i più diversi sistemi. Ma l'atteggiamento del  malintenzionato è sempre lo stesso. Qualcosa, positivo o negativo che  sia, sta per accadere, è appena accaduto, potrebbe accadere se...
 
2. DIFFIDATE DELLE APPARENZE.
 Apparenza distinta, sorriso cordiale, massima disponibilità, gli  "amici" truffatori si presentano con un aspetto tranquillizzante.  L'ideale per conquistare la vostra simpatia. E per introdurvisi  abilmente in casa, pronti ad appropriarsi di denaro e gioielli.
 Della vostra ingenuità approfitteranno ugualmente in strada, ostentando  un'improbabile cortesia che consentirà loro di avvicinarvi quanto basta  per farvi sparire il portafogli. O magari la pensione, appena usciti  dalla banca o dalle poste. E sull'insicurezza gioca anche il sedicente  amico, che non esiterà ad abbracciarvi affettuosamente sfilandovi dalla  tasca il cellulare appena acquistato. Né meno bene i truffatori sanno  colloquiare con voi quando il contatto è telefonico. Per coinvolgervi in  costose iniziative che solo in un secondo momento vi appariranno in  tutta la loro insensatezza.
3. NON APRITE QUELLA PORTA.
 Cominciamo col dire che il cancello e il portone non si aprono agli  sconosciuti. Tanto meno la porta di casa. Controllate il visitatore  dallo spioncino, e ricorrete comunque alla catenella se aprire vi appare  necessario. Già, ma in quali casi è veramente necessario? Un  funzionario del Comune o delle Poste, un incaricato dell'INPS o  dell'INAIL, un tecnico del gas o della luce non si presenta a casa  vostra senza preavviso. E non compete a lui la riscossione di bollette,  il controllo dei pagamenti, magari con rimborsi a vostro vantaggio.La  sua visita è sempre preceduta e garantita da una comunicazione in cui ne  risulta il motivo. Non vi convince ugualmente? Avete tutti i diritti di  contattare l'azienda interessata. Controllate il numero telefonico,  però: il soggetto potrebbe darvi quello di un suo complice. Lui (o lei)  attenderà fuori della porta.
4. MAI IN CONTANTI.
 Tutt'altro discorso per i venditori porta a porta, che da esibire non  hanno altro che il rivoluzionario e/o economicissimo elettrodomestico,  la storica enciclopedia, o una serie di "ottimi prodotti alimentari". Se  proprio non siete disposti a rinunciarci, nessun pagamento in contanti:  con un bollettino postale avrete conferma della società che vi ha  offerto il prodotto e soprattutto la garanzia dell'avvenuto vostro  acquisto presso di essa.
E se invece ad arrivare è il pacco ordinato  dal familiare sempre in giro per il mondo? Se non riuscite a  rintracciarlo, la miglior cosa è chiedere che il pacco venga lasciato  sullo zerbino, nell'androne o, se lo avete, dal portiere. Certo,  bisognerà firmare. Ma mai senza catenella alla porta.
 
5. IL TESSERINO NON BASTA.
 Di visite, quando si è in casa, se ne possono ricevere tante. Ma non  certo quelle degli impiegati di banca, i cui servizi vengono offerti  solo presso gli sportelli, per corrispondenza, con carte di credito e  online. Particolare attenzione, poi, a chi dice di far parte di enti  benefici o religiosi, che, in modo assolutamente più credibile,  preavvisano con messaggi nella bucadelle lettere e di prassi non inviano  volontari nelle abitazioni. Alla porta c'è un rappresentante delle  Forze dell'Ordine, con un tesserino di riconoscimento a giustificare gli  abiti civili? Comportamento del tutto inusuale: Carabinieri, Polizia e  Guardia di Finanza operano presso le abitazioni in uniforme e vi  giungono con auto di servizio. Chiamate senza esitazione il 112. Il suo  compito è garantire la vostra sicurezza.
 
6. NESSUNA CONFIDENZA AL TELEFONO...
 Operando in linea, i truffatori possono procedere indisturbati.  Attenzione allora a qualsiasi inattesa opportunità vi venga proposta  "per appuntamento". E tenete presente che INPS, INAIL e le ASL non  ricorrono al telefono se devono effettuare controlli o risolvere  questioni amministrative. Niente conversazioni, e confidenze, con  persone che vi hanno contattato "per sbaglio": non di rado si tratta di  malintenzionati che mirano a carpire utilissime informazioni su di voi.  La più classica delle truffe al telefono? La chiamata di sedicenti  avvocati che chiedono urgentemente denaro per un vostro familiare in  difficoltà: un incaricato verrà da voi a prelevarlo, magari disposto ad  accompagnarvi al Bancomat. Non pagate in nessun caso. Piuttosto  rivolgetevi ad una persona di fiducia.
 
7. ...E NEMMENO SU INTERNET.
 E se ad Internet, ormai, la Terza Età non può più rinunciare,  altrettanto non deve fare a meno di alcune misure di sicurezza. Una pas­  sword "complicata" (numeri, simboli, lettere maiuscole e minuscole),  riservatezza dei dati, bancari ma non soltanto, un buon programma  antivirus. Sempre ricordando che accattivanti occasioni per acquisti  vanno sempre opportunamente controllate,e le e-mail che arrivano da  sconosciuti non devono mai essere aperte.
8. ATTENTI A BAMBINI!
 Il nipotino non va mai mandato da solo ad aprire il portone o la porta  di casa: non avrebbe problemi ad accogliere chiunque, senza distinzione  tra "buoni" e "cattivi". Ma non deve nemmeno accettare dolci o  giocattoli per strada da estranei, pronti a "fare amicizia" con lui. Ma  anche con voi. E le conseguenze potrebbero essere inattese.
9. NON FATEVI DISTRARRE.
 E tanto quanto "fare amicizia" è facile distrarre una persona, anziana  ma non soltanto: basta una spinta, all'apparenza involontaria; una  moneta che cade in terra attirando lo sguardo; una battuta spiritosa  mentre si maneggia del denaro. Per non parlare di ambienti affollati e  confusione: gli spostamenti in autobus, la spesa al mercato, il  cappuccino al bar sono circostanze
ideali per ladri e ladruncoli.  Almeno quanto la borsa o il borsello aperti o sul lato esterno del  marciapiede, e perciò "a portata di mano". Da non trattenere, però, in  caso di scippo: una caduta può avere effetti ben più gravi della perdita  di denaro...
10. UN BUON VICINATO.
 Proprio per non rinunciare alle proprie abitudini e ai propri interessi,  insomma, giunti ad un certo momento della vita alcune precauzioni in  più, a partire da quelle che vi abbiamo indicato, è bene prenderle.  Certo, non tutti in casa possono permettersi la porta blindata, il  dispositivo antifurto o la cassaforte. Ma può essere fondamentale, ad  esempio,un buon rapporto di vicinato. Perché è proprio il vicino che  salutate tutti i giorni,e con cui è sempre bene scambiare il numero di  telefono, che potrà intervenire in vostro aiuto prima di chiunque altro,  ben conoscendo ilvostro stile di vita e individuando eventuali,  preoccupanti "anomalie" nella vostra quotidianità.
Ma  soprattutto, in caso di necessità, reale o presunta, non esitate a  chiamare il 112. Il numero è gratis, noi sempre pronti ad aiutarvi.
 
 
AIUTATECI AD AIUTARVI
 In parrocchia e nei centri anziani, attraverso le radio e persino a  teatro: sono innumerevoli le iniziative di sensibilizzazione attuate per  informare e mettere sull'avviso i cittadini appartenenti alla Terza Età
 
 Da Ancona a Benevento, da Brescia a Cagliari,da Catanzaro a Trieste: in  ogni città, paese, frazione del territorio nazionale si moltiplicano le  opere di sensibilizzazione dell'Arma finalizzate alla prevenzione e al  contrasto dell'esecrabile fenomeno delle truffe perpetrate ai danni  degli anziani. Si tratta di iniziative di rassicurazione sociale, che  tendono a consolidare il tradizionale rapporto di vicinanza dell'Arma ai  cittadini, con particolare riguardo nei confronti di quanti si trovano  all'interno delle fasce più deboli e indifese della popolazione. La  sicurezza è un bene assoluto per gli anziani: sicurezza che troppo  spesso viene messa a repentaglio dall'azione di malfattori senza  scrupoli che approfittano della loro buona fede. Un fenomeno, purtroppo,  in continua crescita. Che deriva anche dall'atomizzazione delle  famiglie e dalla conseguente solitudine in cui vivono molti appartenenti  a tale categoria sociale. Per queste persone la truffa, oltre al danno  economico che comporta, rappresenta anche un vero e proprio motivo di  caduta psicologica: c'è infatti il reale pericolo che le vittime possano  chiudersi in sé stesse, compromettendo la propria autonomia e  socializzazione. Ecco perché nelle parrocchie come nei centri culturali,  nelle aule consiliari come nei circoli ricreativi e nelle sedi delle  associazioni di quartiere, e persino con un "porta a porta" presso le  abitazioni private, i militari dell'Arma si muovono, in concerto e con  la collaborazione di Enti locali e autorità religiose, per parlare con  gli anziani, informarli sulle modalità attraverso le quali le truffe  vengono attuate e fornire loro consigli mirati affinché possano  difendersi dalle subdole tecniche utilizzate dai malviventi per  introdursi in casa.
Al termine di questi incontri, i partecipanti  acquisiscono sempre più la consapevolezza di un concetto importante:  quello della "sicurezza partecipata", utile al fine di prevenire i reati  e a promuovere in modo sempre più proficuo l'indispensabile  collaborazione con chi è impegnato a contrastarli. Sentirsi protetti e  vivere in un ambiente sicuro è infatti una condizione fondamentale, che  contribuisce a innalzare la qualità della vita e il livello di  benessere. E la fiducia nell'operato delle Forze dell'Ordine e la  collaborazione che i cittadini danno loro diventano presupposti  fondamentali alla costruzione di un'efficiente rete di comunicazione che  permette di prevenire e arginare quelle che sono le più frequenti  situazioni di pericolo. Le iniziative dell'Arma non si limitano però ai  menzionati incontri nelle sedi in cui è più facile entrare in contatto  con gli anziani. Fondamentale è il contributo fornito dagli organi di  stampa e dai mezzi d'informazione locali, in grado di diffondere presso  il maggior numero di persone l'opera di sensibilizzazione intrapresa dai  Carabinieri (molte le radio e le televisioni regionali e provinciali  che trasmettono spot e video informativi). Non solo. Nell'opera di  prevenzione vengono coinvolti anche medici di base, Associazioni di  categoria e Sindacati, oltre naturalmente ai responsabili dei vari  istituti di credito, banche e uffici postali, invitati a segnalare  eventuali operazioni o movimenti di denaro insoliti effettuati dai  pensionati. Brochure e vademecum informativi vengono affissi nei luoghi  di maggior aggregazione (centri commerciali e supermercati di zona, sale  di attesa dei Comandi Stazione) o inseriti nei bollettini parrocchiali  diffusi dalle diverse comunità religiose. C'è persino chi ha pensato al  teatro come strumento ideale per educare le coscienze: è successo a  Parma, dove è andato in scena "Truffati: raggiri, inganni e altre  catastrofi", presentato in tutti i centri sociali, ma anche a Trieste,  con una pièce dall'inequivocabile titolo de "L'arte del raggiro".
 Insomma, nulla viene trascurato per arginare, e soprattutto  prevenire,  un così odioso reato e restituire alle vittime la fiducia in se stesse e  in chi è chiamato a difenderle


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